SABATO 23 NOVEMBRE, PRIME CONFESSIONI ORE 15.

IMPORTANTE LA PRESENZA DI TUTTO IL CORO. IL GIORNO PRIMA, VENERDì 22, ALLE ORE 20.45 LE PROVE DEL MESE DI NOVEMBRE IN CUI PROVEREMO I CANTI PER LE CONFESSIONI E PER L'AVVENTO ORMAI INIZIATO

SCRIVI LA CANZONE CHE CERCHI IN QUESTO BLOG

venerdì 31 dicembre 2010

Un pensiero di don Tonino Bello



Nativita', Filippo Lippi.

"I pastori che vegliano nella notte, "facendo la guardia al gregge" scrutando l'aurora, vi diano il senso della storia, l'ebbrezza delle attese, il gaudio dell'abbandono in Dio. E vi ispirino un desiderio profondo di vivere poveri: che poi è l'unico modo per morire ricchi.

Sul nostro vecchio mondo che muore nasca la speranza!!! Un abbraccio."

+ don Tonino, vescovo
Natale 1985.

stralcio tratto da "Oltre il futuro", Molfetta 1994, La Meridiana pp. 23

giovedì 30 dicembre 2010

TE DEUM

"In te, Domine, speravi: non confundar in aeternum – Signore, tu sei la nostra speranza, non saremo confusi in eterno". L’inno maestoso del Te Deum si chiude con questo grido di fede, di totale fiducia in Dio, con questa solenne proclamazione della nostra speranza."

Benedetto XVI

COS'E' IL TE DEUM

Il Te Deum laudamus o brevemente Te Deum (latino per "noi ti lodiamo, Dio") è un inno cristiano in prosa di origine antica.
Nella Chiesa cattolica il Te Deum è legato alle cerimonie di ringraziamento; viene tradizionalmente cantato la sera del 31 dicembre, per ringraziare dell'anno appena trascorso, oppure nella Cappella Sistina ad avvenuta elezione del nuovo pontefice, prima che si sciolga il conclave oppure a conclusione di un Concilio.

Nella Liturgia delle Ore trova il suo posto alla fine dell'Ufficio delle letture nelle solennità, nelle feste, in tutte le domeniche, nei giorni fra l'ottava di Natale e quelli fra l'ottava di Pasqua.

Di sotto riportiamo il testo in lingua latina e la traduzione in italiano.

Buon Canto e Anno a tutti!

Coro SGL
Erano Uomini Senza Paura


TE DEUM - TESTO LATINO

Te Deum laudámus: * te Dóminum confitémur.

Te ætérnum Patrem, * omnis terra venerátur.

Tibi omnes ángeli, *

tibi cæli et univérsæ potestátes:

tibi chérubim et séraphim *

incessábili voce proclamant:

Sanctus, * Sanctus, * Sanctus *

Dóminus Deus Sábaoth.

Pleni sunt cæli et terra * maiestátis glóriæ tuae.

Te gloriósus * Apostolórum chorus,

te prophetárum * laudábilis númerus,

te mártyrum candidátus * laudat exércitus.

Te per orbem terrárum *

sancta confitétur Ecclésia,

Patrem * imménsæ maiestátis;

venerándum tuum verum * et únicum Fílium;

Sanctum quoque * Paráclitum Spíritum.

Tu rex glóriæ, * Christe.

Tu Patris * sempitérnus es Filius.

Tu, ad liberándum susceptúrus hóminem, *

non horruísti Virginis úterum.

Tu, devícto mortis acúleo, *

aperuísti credéntibus regna cælórum.

Tu ad déxteram Dei sedes, * in glória Patris.

Iudex créderis * esse ventúrus.

Te ergo, quæsumus, tuis fámulis súbveni, *

quos pretióso sánguine redemísti. ætérna fac cum sanctis tuis * in glória numerári.

Salvum fac pópulum tuum, Dómine, *

et bénedic hereditáti tuæ.

Et rege eos, * et extólle illos usque in ætérnum.

Per síngulos dies * benedícimus te;

et laudámus nomen tuum in sæculum, *

et in sæculum sæculi.

Dignáre, Dómine, die isto *

sine peccáto nos custodíre.

Miserére nostri, Dómine, * miserére nostri.

Fiat misericórdia tua, Dómine, super nos, *

quemádmodum sperávimus in te.

In te, Dómine, sperávi: *

non confúndar in ætérnum.

TE DEUM - TESTO ITALIANO

Noi ti lodiamo, Dio *

ti proclamiamo Signore.

O eterno Padre, *

tutta la terra ti adora.

A te cantano gli angeli *

e tutte le potenze dei cieli:

Santo, Santo, Santo *

il Signore Dio dell'universo.

I cieli e la terra *

sono pieni della tua gloria.

Ti acclama il coro degli apostoli *

e la candida schiera dei martiri;

le voci dei profeti si uniscono nella tua lode; *

la santa Chiesa proclama la tua gloria,

adora il tuo unico figlio, *

e lo Spirito Santo Paraclito.

O Cristo, re della gloria, *

eterno Figlio del Padre,

tu nascesti dalla Vergine Madre *

per la salvezza dell'uomo.

Vincitore della morte, *

hai aperto ai credenti il regno dei cieli.

Tu siedi alla destra di Dio, nella gloria del Padre. *

Verrai a giudicare il mondo alla fine dei tempi.

Soccorri i tuoi figli, Signore, *

che hai redento col tuo sangue prezioso.

Accoglici nella tua gloria *

nell'assemblea dei santi.

Salva il tuo popolo, Signore, *

guida e proteggi i tuoi figli.

Ogni giorno ti benediciamo, *

lodiamo il tuo nome per sempre.

Degnati oggi, Signore, *

di custodirci senza peccato.

Sia sempre con noi la tua misericordia: *

in te abbiamo sperato.

Pietà di noi, Signore, *

pietà di noi.

Tu sei la nostra speranza, *

non saremo confusi in eterno.

martedì 21 dicembre 2010

STILLE NACHT - ASTRO DEL CIEL




Stille Nacht, heilige Nacht, alles schlaft, einsam wacht
Nur das traute heilige Paar. Holder Knab im lockigten Haar.
Schlafe in himmlischer Ruh', Schlafe in himmlischer Ruh'

Stille Nacht, heilige Nacht, Gottes Sohn, o wie lacht,
Lieb' aus deinem gottlichen Mund,
Da uns schlagt die rettende Stund.
Jesus in deiner Geburt, Jesus in deiner Geburt.

Stille Nacht, heilige Nacht, die der Welt Heil gebracht,
Aus des Himmels goldnen Hohn, uns der Gnaden Fulle la?t sehn,
Jesus in Menschengestalt, Jesus in Menschengestalt.

Stille Nacht, heilige Nacht, Hirten erst kundgemacht.
Durch der Engel Halleluja, tont es laut bei fern und nah,
Jesus der Retter ist da, Jesus der Retter ist da.

domenica 19 dicembre 2010

TU SCENDI DALLE STELLE



RE LA
Tu scendi dalle stelle, o re del cielo,
SOL LA RE
e vieni in una grotta al freddo, al gelo,
SOL LA RE
e vieni in una grotta al freddo, al gelo.


LA7 RE LA7 RE
O bambino mio divino io ti vedo qui a tremar.
LA SOL LA RE
O Dio beato ah, quanto ti costò l'a - vermi amato,
LA SOL LA RE
ah, quanto ti costò l'a - vermi amato!

RE LA
A Te che sei del mondo il Creatore
SOL LA RE
mancano panni e fuoco, o mio Signore,
SOL LA RE
mancano panni e fuoco, o mio Signore.

LA7 RE LA7 RE
Caro eletto pargoletto, quanto questa povertà
LA SOL LA RE
più m'innamora poichè ti fece, amor, povero ancora,
LA SOL LA RE
poichè ti fece, amor, povero ancora.

VENITE FEDELI





Mi Si
1. Venite fedeli,
Mi La Mi Si
l'Angelo c'invita,
Do#m Fa#7 Si Mi Si Mi Si Fa#7 Si Si7
veni____te veni__i__te a Betle__e__mme.

Mi Fa#m La Mi
Nasce per no_i
Si Do#m Fa# Si
Cristo Salvatore
Mi Mi La Mi Si
Venite adoriamo ,venite adoriamo,
Fa#m Fa#7 Si La Mi Si Mi
venite adoriamo il Signo_re Gesù

Mi Si
2. La luce del mondo
Mi La Mi Si
brilla in una grotta:
Do#m Fa#7 Si Mi Si Mi Si Fa#7 Si Si7
la fede ci guida a Betle__e__mme.


Mi Si
3. La notte risplende.
Mi La Mi Si
tutto il mondo attende:
Do#m Fa#7 Si Mi Si Mi Si Fa#7 Si Si7
seguiamo i pastori a Betle__e__mme.


Mi Si
4. Il Figlio di Dio,
Mi La Mi Si
Re dell'universo
Do#m Fa#7 Si Mi Si Mi Si Fa#7 Si Si7
si è fatto bambino a Betle__e__mme.


Mi Si
5. Sia gloria nei cieli,
Mi La Mi Si
pace sulla terra,
Do#m Fa#7 Si Mi Si Mi Si Fa#7 Si Si7
un angelo annuncia a Betle__e__mme.

sabato 18 dicembre 2010

CANTI 25 DICEMBRE, SANTO NATALE



William Congdon, Nativita', 1960.

A tutti offriamo la traccia per i canti da inserire all'interno della celebrazione del 25 Dicembre:

Ingresso
(per la celebrazione del 24 S.Messa di mezzanotte: NOI VEGLIEREMO)
VENITE FEDELI

Alleluia
CANTO PER CRISTO
SIGNORE SEI VENUTO

Gloria


Offertorio
GIOVANE DONNA

Comunione
NATO PER NOI
ASTRO DEL CIEL

Congedo
TU SCENDI DALLE STELLE

lunedì 13 dicembre 2010

MESSA DEI LUMI E MESSA DOMENICA



Ciao a tutti,

Sabato 18 Dicembre, come ogni anno, ci sarà la Messa dei Lumi alle ore 18 in chiesa.
Il nostro ritrovo è fissato per le 17.30 giù in oratorio: proveremo insieme a tutti i ragazzi della catechesi i canti.

Dobbiamo anche animare la Messa di Domenica 19, alla Messa delle ore 10.
Chiedo in questa settimana, via mail o commentando qui sul blog, di segnare il giorno in cui sarete presenti. Mario non verrà Sabato ma ci sarà Domenica, io le farò entrambe. Maggiore presenza dovrà certamente esserci per la Messa dei Lumi, ma noi grandi possiamo dividerci o comunque garantire anche la presenza per domenica mattina. I più piccoli infatti è giusto che vengano Sabato.
Magari con gli impegni personali di ciascuno di noi non ci sarà in generale necessità di chiedere doppie Messe: quindi fate sapere!

Costa.

sabato 4 dicembre 2010

8 DICEMBRE, IMMACOLATA CONCEZIONE



L'8 Dicembre la Chiesa celebra l' Immacolata Concezione.
L'immagine qui pubblicata è la splendida icona della Madonna della Pazienza venerata a Milano dai fedeli della Parrocchia di San Romano, del decanato Gallaratese.
Offriamo ai visitatori del blog uno stralcio dell'omelia che Paolo VI pronunciò l'8 Dicembre del 1965, alla chiusura del Concilio Vaticano II.
Per quanto riguarda i canti, rimandiamo al menù "canti mariani".
Coro SgL
Erano Uomini Senza Paura


"Ecco, questo è il Nostro saluto: possa esso accendere questa nuova scintilla della divina carità nei nostri cuori; una scintilla, la quale può dar fuoco ai principii, alle dottrine e ai propositi, che il Concilio ha predisposti, e che, così infiammati di carità, possono davvero operare nella Chiesa e nel mondo quel rinnovamento di pensieri, di attività, di costumi, e di forza morale e di gaudio e di speranza, ch’è stato lo scopo stesso del Concilio.

Il Nostro saluto perciò si fa ideale. Si fa sogno? si fa poesia? si fa iperbole convenzionale e vacua, come spesso avviene nelle nostre abituali effusioni augurali? No. Si fa ideale, ma non irreale. Un istante ancora della vostra attenzione. Quando noi uomini spingiamo i nostri pensieri, i nostri desideri verso una concezione ideale della vita, ci troviamo subito o nell’utopia, o nella caricatura retorica, o nell’illusione, o nella delusione. L’uomo conserva l’aspirazione inestinguibile verso la perfezione ideale e totale, ma non arriva da sé a raggiungerla, né forse col concetto, né tanto meno con l’esperienza e con la realtà. Lo sappiamo; è il dramma dell’uomo, del re decaduto. Ma. osservate che cosa si verifica questa mattina: mentre chiudiamo il Concilio ecumenico noi festeggiamo Maria Santissima, la Madre di Cristo, e perciò, come altra volta dicemmo, la Madre di Dio e la Madre nostra spirituale. Maria santissima, diciamo immacolata! cioè innocente, cioè stupenda, cioè perfetta; cioè la Donna, la vera Donna ideale e reale insieme; la creatura nella quale l’immagine di Dio si rispecchia con limpidezza assoluta, senza alcun turbamento, come avviene invece in ogni creatura umana.

Non è forse fissando il nostro sguardo in questa Donna umile, nostra Sorella e insieme celeste nostra Madre e Regina, specchio nitido e sacro dell’infinita Bellezza, che può terminare la nostra spirituale ascensione conciliare e questo saluto finale? e che può cominciare il nostro lavoro Post-conciliare? Questa bellezza di Maria Immacolata non diventa per noi un modello ispiratore? una speranza confortatrice?

Noi, o Fratelli e Figli e Signori, che Ci ascoltate, Noi lo pensiamo; per Noi e per voi; ed è questo il Nostro saluto più alto e, Dio voglia, il più valido!"

lunedì 1 novembre 2010

VOCAZIONE DEL CRISTIANO, LA SANTITA'


Per questo giorno, 1° Novembre - Solennità di tutti i Santi, offriamo l'omelia del vescovo Antonio Riboldi.

Coro SGL
Erano Uomini Senza Paura


VOCAZIONE DEL CRISTIANO, LA SANTITA'

Questo mese, per la Festa di tutti i Santi e la Commemorazione dei defunti, ci offre la necessaria riflessione sul fine ultimo della nostra vita: dalla morte alla Vita.

Così scrive S. Giovanni apostolo: "Carissimi, vedete quale grande amore ci ha dato il Padre, di essere chiamati figli di Dio, e lo siamo realmente. La ragione per cui il mondo non ci conosce è perché non ha conosciuto Lui. Carissimi, fin d'ora noi siamo figli di Dio, ma ciò che saremo non è stato ancora rivelato. Sappiamo però che quando Egli si sarà manifestato, noi saremo simili a Lui, perché Lo vedremo così come Egli è. Chiunque ha questa speranza in Lui, purifica se stesso come Egli è puro". (I Gv. 3,1-2)

E, sempre Giovanni, nell'Apocalisse dice: 'Dopo ciò apparve una moltitudine immensa che nessuno poteva contare, di ogni nazione, razza, popolo e lingua. E tutti stavano in piedi davanti al trono e davanti all'Agnello, avvolti in vesti candide e portavano palme nelle mani e gridavano a gran voce: "La salvezza appartiene al nostro Dio seduto sul trono e all'Agnello". (Ap. 9, 10)

Questa visione di una 'moltitudine immensa', che passa sotto i nostri occhi, a prima vista può sembrarci esagerata, se consideriamo con superficialità, secondo il nostro povero punto di vista, quanto ci sembrino pochi coloro che hanno a cuore una vita vissuta con la dignità di quella moltitudine. Facile anche solo vedere un'umanità per lo più indifferente a quello che l'attende dopo la morte!

Entrando nei cimiteri, in questi giorni, si ha come l'impressione, per molti, di una fugace visita, che vuole certamente essere ricordo di chi era tra noi, ha vissuto e condiviso tutto con noi; e, per chi ha vissuto gomito a gomito con amore, la morte appare un assurdo, incomprensibile distacco da chi ora non c'è più... ma, per gli uni e per gli altri, vi è la consapevolezza, che tutto ciò deve essere ...per un momento, poi... la vita continua!

Dovremmo sapere tutti che la vita non è un dono qualsiasi, ma è il Dono di Dio per eccellenza, che ha sicuramente un futuro nell'eternità. Vivere dovrebbe essere, nella coscienza di tutti, camminare verso quel giorno quando finirà la nostra esperienza terrena, ma inizierà quella con Dio e la 'moltitudine' di cui parla Giovanni.

Se c'è una stoltezza inammissibile in tanti è quella di 'vivere' senza pensare a ciò che ci attende.

Mentre per il credente la saggezza è vivere preparandosi per trasferirsi alla sua vera Casa, il Cielo: l'esistenza terrena può essere più o meno lunga, ma alla fine si sa di tornare a Casa, dove il Padre ci attende.

È dunque giusto e sapiente, in questa Solennità dei Santi e nella Commemorazione dei nostri defunti, quando, chinandoci sopra le tombe dei nostri cari, contempliamo il severo Mistero della morte, che è di tutti, interrogarci su ciò che ci attende dopo...

Non è possibile che tutto di noi finisca li, sotterrato sotto una manciata di terra. Come non è possibile possa finire nel mesto ricordo di un momento, il vincolo di amore che ci ha uniti in vita con chi ora non è più tra noi. Non ha senso costruire 'qui' un amore, che non abbia dimensioni di eternità, anche se c'è chi considera la vita solo come 'un diario' da affidare a chi resta e non come il prologo della vita eterna.

La ricerca del 'senso' della vita è un percorso a volte lungo e accidentato, ma soprattutto assolutamente personale, che chiama in causa ogni singolo uomo, che non deve però essere mai lasciato solo in questo cammino: la preghiera, l'amicizia sincera lo possono sempre sostenere...

La vita - credo tutti dovremmo.'avvertirlo' nell'esperienza quotidiana - è una seria responsabilità. Pensiamo alla fatica di chi cerca di crescere bene, secondo i disegni di Dio: la fatica quotidiana di una mamma in casa; la fatica di un padre di famiglia, per essere sostegno morale e materiale per i suoi cari; la fatica della 'ricerca' nei giovani e degli educatori che li affiancano; la fatica di un missionario, di un prete, di una suora che si sono consacrati per intero a Dio; la fatica dei malati nell'accettazione della sofferenza.

È l'esperienza del 'sentirsi' pellegrini sulla terra, in mezzo a tante difficoltà e incognite, puntando diritti là dove Dio vuole si arrivi: la santità, che domani darà il diritto di partecipare alla `moltitudine', descritta da Giovanni, 'avvolti in candide vesti, portando palme nelle mani e gridando a gran voce', ciò in cui sempre si è creduto: 'La salvezza appartiene al nostro Dio e all'Agnello'.

Forse alcuni provano un certo disagio di fronte alla parola 'SANTITÀ', ma i nostri fratelli nella fede si definivano `santi', solo perché erano consapevoli di appartenere a Chi è la Santità: Dio. “Tutti i fedeli - afferma il Concilio - di Qualsiasi stato o grado, sono chiamati alla pienezza della vita cristiana e alla perfezione della carità... I coniugi e genitori cristiani, seguendo la propria via, devono con costante amore sostenersi a vicenda nella grazia per tutta la vita e istruire nella dottrina cristiana e nelle virtù evangeliche la prole che amorosamente hanno accettato da Dio. Così infatti offrono a tutti l'esempio di un amore instancabile e generoso, edificando il fraterno consorzio della santità" (L.G. 41).

Credo che tutti noi, in questi giorni in particolare, andremo a trovare i nostri cari che sono tornati a Dio. Troveremo coloro che hanno condiviso con noi la vita, troveremo tanti, ma tanti, amici, con cui abbiamo cercato di dare il vero 'senso' alla nostra esistenza. Non sono ricordi che solo per un momento riallacciano rapporti: i nostri cari, i nostri amici non sono perduti... hanno solo cambiato dimora! E ora, che sono in Cielo - a Dio volendo - continuano ad 'esserci presenti' e ci offrono un amorevole consiglio, che non mentisce più: 'SIATE SANTI!'.

Cosi don Tonino Bello pregava Maria SS.ma, pensando alla morte:

"Quando giungerà anche per noi l'ultima ora,
e il sole si spegnerà sui barlumi del crepuscolo,
mettiti accanto a noi perché possiamo affrontare la morte.
E un'esperienza che hai fatto con Gesù,
quando il sole si eclissò e si fece gran buio sulla terra.
Questa esperienza ripetila con noi.
Piantati sotto la nostra croce, sorvegliaci nell'ora delle tenebre,
Infondici nell'anima affaticata la dolcezza del sonno.
Se tu ci darai una mano, non avremo più paura di lei...
Anzi l'ultimo istante della nostra vita
lo sperimenteremo come l'ingresso nella cattedrale della luce
al termine di un lungo pellegrinaggio, con la fiaccola accesa.
Giunti sul sagrato, dopo averla spenta, deporremo la fiaccola.
Non avremo più bisogno della luce della fede, che ha illuminato il cammino. Oramai saranno gli splendori del tempio
ad allargare di felicità le nostre pupille".

E vorrei ancora aggiungere una breve riflessione di Paolo VI sui defunti:
"Vi invitiamo oggi ad uscire con la memoria dal mondo dei vivi ed a fare, come è costume in questo mese, una visita al mondo dei nostri cari defunti, a tutta l'umanità trapassata dalla scena del tempo a quella dell'esistenza fuori del tempo. Visitando i cimiteri ci fa riflettere alla inesorabile caducità della vita presente; ed è questa una formidabile lezione anche se l'effetto pratico può essere ambiguo, stimolando in chi non riflette un'ansia maggiore di vivere la vita presente, ma crescendo invece nei credenti la sapienza per il buon uso di ogni valore, del tempo durante la nostra effimera attuale giornata terrena. É una scuola di alta filosofia questa sosta sui sepolcri umani.

Anche per due altre ragioni: per compiere un dovere di memoria e di riconoscenza verso chi ci ha lasciato un'eredità, quella della vita specialmente, e poi tante altre, dell'amicizia, della cultura, del sacrificio forse. Dimenticare non è umano, non è saggio.

L'altra ragione perché la memoria dei defunti non è soltanto una rimembranza, è una celebrazione della loro sopravvivenza, dell'immortalità della loro anima, anche se tanto velata di mistero; è un contatto con una comunione viva e commovente con coloro i quali 'ci hanno preceduti con il segno della fede e dormono il sonno della pace'.

In Cristo poi li possiamo in qualche modo raggiungere, i nostri morti, che in Lui sono vivi. In Cristo continua la CIRCOLAZIONE DELL'AMORE. La nostra vita 'ecco, io vi dico un mistero' (S. Paolo ai Corinti) riprenderà. Ora si trova in una fase di dissociazione che disintegra il corpo, e lascia superstite l'anima, ma questa è priva dello strumento naturale per le sue facoltà normali. Un giorno, se qui siamo inseriti in Cristo, il nostro corpo risorgerà, ricomposto, perfetto e felice.
Non è vano pensare così: è vero, è pio, è consolante. Lo sguardo del passato si volge al futuro, verso l'aurora del ritorno di Cristo. Per questo riflettiamo e preghiamo per i nostri defunti e, ricordando ciò che ci attende, preghiamo per noi vivi".

martedì 26 ottobre 2010

CANTI AVVENTO

Il post è in via di aggiornamento.

INGRESSO
Cieli e terra nuova
Noi veglieremo

ALLELUIA
Alleluia - Signore sei venuto
Alleluia - Canto per Cristo

OFFERTORIO
Come Maria
Benedici o Signore - Nebbia e freddo

COMUNIONE
Giovane Donna
Io vedo la tua luce
Maran-athà
Santa Maria della speranza
Symbolum ‘80

venerdì 8 ottobre 2010

LA TUA PAROLA E' LAMPADA AI MIEI PASSI


Intro: Re Sol La

Re Sol La
La tua parola è lampada ai miei passi
Mi- La Re
sulla mia strada ci sei tu, Signore:
Sol Re La
sei luce immensa con la tua parola,
Sol La Re
sei gioia vera, e rimani in me.

Fa#- Si-
1. Beato l'uomo d'integra condotta
Fa#- Si-
che nella legge saldo resterà,
La Re La
beato chi è fedele ai tuoi comandi
Mi La
e chi ti cerca con sincerità.

Re Sol La
La tua parola è lampada ai miei passi
Mi- La Re
sulla mia strada ci sei tu, Signore:
Sol Re La
sei luce immensa con la tua parola,
Sol La Re
sei gioia vera, e rimani in me.

Fa#- Si-
2. Sono diritte tutte le sue vie
Fa#- Si-
nel custodire il dono del Signor,
La Re La
portando in cuore ogni tua parola
Mi La
egli cammina nella verità.

Re Sol La
La tua parola è lampada ai miei passi
Mi- La Re
sulla mia strada ci sei tu, Signore:
Sol Re La
sei luce immensa con la tua parola,
Sol La Re
sei gioia vera, e rimani in me.





Fa#- Si-
3. E chi è giovane come potrà
Fa#- Si-
tenere pura sempre la sua via,
La Re La
tenendo in cuore ogni tua parola
Mi La
per meditarla nella fedeltà.

Re Sol La
La tua parola è lampada ai miei passi
Mi- La Re
sulla mia strada ci sei tu, Signore:
Sol Re La
sei luce immensa con la tua parola,
Sol La Re
sei gioia vera, e rimani in me.

Fa#- Si-
4. La tua parola è dolce come il miele,
Fa#- Si-
rallegra il cuore, dona libertà,
La Re La
io corro per la via dei tuoi comandi,
Mi La
voglio raggiungere l'eternità.

Re Sol La
La tua parola è lampada ai miei passi
Mi- La Re
sulla mia strada ci sei tu, Signore:
Sol Re La
sei luce immensa con la tua parola,
Sol La Re
sei gioia vera, e rimani in me.

mercoledì 6 ottobre 2010

MISERICORDIAS DOMINI

RE- LA RE- DO FA DO RE- LA- RE-
Misericordias Domini in aeternum can ta bo.

VERREMO A TE

SPIEGAZIONE DEL CANTO
Riportiamo la spiegazione dell'autore, Guido Meregalli:

Già e non ancora: l’esperienza cristiana si origina e si sviluppa in questa tensione vitale.

Già e non ancora: il volto di un Messia povero, che sembra non aver risolto nulla nello scandalo della croce, che pare aver perduto la sua ultima partita, quella più importante, con l’avversario di sempre.

Questo Messia è venuto, noi l’abbiamo incontrato sulla nostra strada, noi abbiamo creduto ad una parola che sembrava profondamente liberante, noi pensavamo che avrebbe risolto lui tutti i nostri guai, noi avevamo capito…

Due discepoli tra tanti, sulla strada di Emmaus; l’attesa era finita, lontano ormai il rumore della folla nella capitale, silenzio e basta, tanto alle delusioni prima o poi ci si abitua.

Ma quel pane, per rischiare ancora, per dire ancora Resta con noi, ma la strada finalmente aperta a nuovi cammini, ma la voce, ed era proprio sua, che diceva il senso delle nostre speranze, che portava pace ai nostri destini aggrovigliati, che indicava una meta, da cercare ancora, ma, in lui già in qualche modo attuata.

Già e non ancora: per l’uomo fedele al Dio della fedeltà l’attesa diventa cammino, l’ascolto annuncio, la casa il cuore del fratello senza nome.

GIOVANE DONNA




RE MI- SOL RE
Giovane donna attesa dall'umanità,
RE MI- SOL RE
un desiderio d'amore e pura libertà.
RE FA#- SOL LA
Il Dio lontano è qui vicino a te;
RE FA#- SOL LA
voce e silenzio, annuncio di novità.
RE FA#- SI- SOL SOL- RE RE FA#- SI- SOL SOL- RE
Ave Maria. Ave Maria.

Dio t'ha prescelta qual madre piena di bellezza,
ed il suo amore t'avvolgerà con la sua ombra.
Grembo per Dio venuto sulla terra.
Tu sarai madre di un uomo nuovo.

"Ecco l'ancella che vive della tua parola.
Libero il cuore perché l'amore trovi casa."
Ora l'attesa è densa di preghiera
e l'uomo nuovo è qui in mezzo a noi.

martedì 5 ottobre 2010

PREGHIERA DEL CORISTA

O Padre, Creatore dell’universo,
Tu hai posto in ogni cosa il segno del tuo infinito amore
e hai donato alle creature l’impronta della tua bellezza.
Rendimi autentico cantore del tuo amore,
fa’ che con il mio canto sappia esprimere
un poco di quell’armonia sublime
che Tu hai posto in tutte le cose
e che muove il cielo e la terra
in quell’accordo mirabile che tutto abbraccia.
Fa’ che il mio canto sia sempre a servizio della tua lode,
che non mi vanti mai di questo dono,
che offra il mio servizio alla Chiesa senza alcuna vanità e superbia,
sapendo di assolvere un dovere d’amore verso Dio e i fratelli.
Metti nel mio cuore il canto nuovo
che sgorga dal cuore del Risorto,
e fa’ che, animato dal tuo Santo Spirito,
possa lodarti e farti lodare per la tua unica gloria,
vivendo nel servizio liturgico l’anticipo della liturgia celeste.
Te lo chiedo per Cristo Salvatore nostro,
causa e modello del nostro canto.

Amen.

Mons. Marco Frisina

lunedì 4 ottobre 2010

Verbum Panis

mi- re
Prima del tempo,
mi- re mi- re
prima ancora che la terra cominciasse a vivere
mi- re mi-
il Verbo era presso Dio.
mi- re
Venne nel mondo
mi- re
e per non abbandonarci
mi- re
in questo viaggio ci lasciò
mi- re mi-
tutto sé stesso come pane

mi- re mi-
Verbum caro factum est
mi- re mi-
Verbum panis factum est
mi- re mi-
Verbum caro factum est
mi- re do re
Verbum panis factum est

Sol re do
Qui spezzi ancora il pane
re
in mezzo a noi


sol re Do re
E chiunque mangerà non avrà più fame,
sol re do
Qui vive la tua Chiesa
re
intorno a Te,
sol re do re mi- re
dove ognuno troverà la sua vera casa. Verbum caro…

mi- re
Prima del tempo
mi- re mi- re
quando l’universo fu creato dall’oscurità
mi- re mi-
il Verbo era presso Dio.
mi- re mi- re
Venne nel mondo nella sua misericordia
mi- re
Dio ha mandato il Figlio suo
mi- re mi-
tutto sé stesso come pane

DANZA LA VITA

Re sol re sol
Solista: Canta con la voce e con il cuore,
re sol re sol
con la bocca e con la vita,
re sol re sol
canta senza stonature,
re sol re sol
la verità…del cuore.
Re sol re sol
canta come cantano i viandanti
Tutti: canta come cantano i viandanti
Solista: non solo per riempire il tempo,
Tutti: non solo per riempire il tempo,
Solista: Ma per sostenere lo sforzo
Tutti: Ma per sostenere lo sforzo
Canta e cammina (2 volte)
la si-
Solista: Se poi, credi non possa bastare
Mi sol la
segui il tempo, stai pronto e


Re sol la re
Danza la vita, al ritmo dello Spirito. Oh
Spirito che riempi i nostri

Si- sol la re
Danza, danza al ritmo che c'è in te
cuor. Danza assieme a noi

Solista: Cammina sulle orme del Signore, non solo con i piedi ma usa soprattutto il cuore. Ama…chi è con te
Cammina con lo zaino sulle spalle
Tutti: Cammina con lo zaino sulle spalle
Solista: la fatica aiuta a crescere
Tutti: la fatica aiuta a crescere
Solista: nella condivisione
Tutti: nella condivisione
Canta e cammina (2volte)

Solista:
Se poi, credi non possa bastare
segui il tempo, stai pronto e Rit.

sabato 2 ottobre 2010

ESSERE SANTI



Anche se non è un canto, proponiamo una riflessione sulla Santità a cura del card. Carlo Maria Martini.
Proprio quest'anno, per volontà dell'arcivescovo Tettamanzi, la Diocesi di Milano percorre l'anno pastorale sul tema della santità.
Questa catechesi di Martini possa essere d'aiuto a tutti i fedeli milanesi, e a tutti i cristiani.

Coro SGL
Erano Uomini Senza Paura



CATECHESI NELLA BASILICA DI SAN GIOVANNI IN LATERANO
Venerdì 18 Agosto 2000


Giovani di ogni continente, non abbiate paura di essere i santi del Nuovo Millennio! Essere santi vuol dire essere divini, entrare nella sfera del divino.
La santità è una dimensione anzitutto ontologica prima di essere una dimensione morale.
Essere in Dio, essere figli, essere in Gesù, ecco ciò che siamo chiamati ad essere, come pure, ad essere immacolati, cioè senza macchia.
San Paolo nel capitolo quinto della Lettera agli Efesini parla della Chiesa e dice che Cristo ha amato la Chiesa, ha dato se stesso per Lei, per renderla santa purificandola per mezzo del lavacro dell'acqua, accompagnata dalla Parola, al fine di farci comparire davanti alla sua Chiesa tutta gloriosa senza macchia, né ruga o alcunché di simile, ma santa e immacolata.
E noi siamo chiamati a essere santi ed immacolati in Gesù; la Chiesa è chiamata ad essere in Gesù santa e immacolata.
Ecco, dunque, l'intenzione di Dio nella storia, che traspare da questa pagina di San Paolo.
L'intenzione di Gesù è di fare di ciascuno di voi qui presenti, di me che vi parlo, una sola cosa in Cristo e di fare di noi una sola cosa santa, cioè la Chiesa, di renderci divini, di purificarci da ogni macchia di egoismo, di odio, di amor proprio, di renderci figli nel figlio Gesù, come dice il versetto quinto di questo capitolo primo, predestinandoci ad essere suoi figli adottivi per opera di Gesù Cristo secondo il beneplacito della Sua volontà.
Ecco l'intenzione di Dio, che appare da questo brano: essere santi, essere divini, cioè essere in Cristo, essere amati come figli, essere come Gesù, portare nel mondo la presenza e l'irradiazione stessa di Gesù.
Ecco fin qui ho cercato di leggere con voi questi versetti di San Paolo molto ricchi, molto superiori a quanto lui riesca a spiegare, ma ho cercato con voi di rendermi conto della immensità di questa chiamata ad essere santi.
Che cosa dice questa pagina a ciascuno di noi, oggi, che siamo qui in ascolto? e che cosa vuol dire, dunque, secondo la parola di San Paolo essere santi?
Quando noi ascoltiamo questa parola subito proviamo come un brivido di timore che essere santi significa essere molto bravi, fare chissà quali sforzi, ma questa pagina ci dice che tutto è molto più semplice: essere santi vuol dire lasciarsi amare da Dio, lasciarsi guardare da Dio come Lui stesso guarda Gesù Cristo, significa essere figli in Gesù e con Gesù, vuol dire essere amati, lavati e perdonati da Gesù.

Essere santi, quindi, è un problema di Dio, prima che nostro, è un problema che tocca a Lui risolvere, per noi è importante lasciarci amare, non irrigidirci, non spaventarci, ma meravigliarci, quanto più ci ami o mio Dio e vuoi essere tutto in me, che vuoi fare una cosa sola con me, per insegnarmi a vivere ad amare, a soffrire e a morire come Te.
Ecco cosa vuol dire essere santi: lasciare che Gesù viva in noi, lasciare che lo Spirito Santo formi l'immagine e la vita di Gesù in noi, così che giorno dopo giorno Gesù ci insegni a vivere, ad amare, a perdonare, a soffrire, a morire come Lui.
Ecco cosa vuol dire essere santi: lasciare che Dio operi in noi e lasciare che da questa opera di Dio emergano anche poco a poco i passi, le caratteristiche i momenti, che ritmano la nostra santità.
Qui ritorno al messaggio del Santo Padre, di cui ho letto le prime parole: "Giovani di ogni continente, non abbiate paura di essere i santi del Nuovo Millennio!".
Il Santo Padre descrive concretamente le caratteristiche di questa santità, che sono cinque.
"Siate - Lui dice - contemplativi e amanti della preghiera, coerenti con la vostra fede, generosi nel sevizio dei fratelli, membra attive della Chiesa, artefici di pace".
Ecco che Egli ci traduce come mettere Gesù al centro del nostro cuore e della nostra vita.
Essere contemplativi si esplica in un qualcosa di molto semplice, per me sarebbe già molto, se ognuno iniziasse col prendersi dieci minuti al giorno di silenzio con il Vangelo, per pregustare la gioia del momento e allargare il tempo secondo le proprie possibilità.
Essere coerenti, cioè dare quello spettacolo che voi tutti date in questi giorni alla città di Roma, dimostrando che siete gente che ha speranza, gente che sorride, gente che affronta i sacrifici con serenità.
Essere generosi nel servizio dei fratelli consiste nei tanti atti di solidarietà. Ecco voi state dando al mondo questa immagine semplice di santità, che viene registrata con sorpresa dai mass-media, ma che eppure è qui ed è possibile. Nell'essere membra attiva della Chiesa volete esprimere la vivacità, la disponibilità, l'amore, la capacità di perdono della Chiesa.
Ciascuno di voi, poi, vuole ed è chiamato ad essere artefice di pace, cominciando dalla famiglia, dalla parrocchia, dal proprio gruppo, a portare parole di benevolenza, di comprensione e di accoglienza.
Dopo avere descritto queste caratteristiche della santità, il Santo Padre dice anche come fare concretamente perché esse non siano proprie soltanto di questo giorno, ma diventino vita vissuta nella quotidianità. Dice il Santo Padre: "Per realizzare questo impegnativo progetto, di vita rimanete nell'ascolto della Sua parola, attingete vigore dai sacramenti, specialmente dalla Eucaristia e dalla Penitenza". Sono due atteggiamenti fondamentali, che nutrono la nostra santità, anzitutto l'ascolto della Parola.
Queste ancora le parole del Santo Padre, che esprimono più concretamente che cosa aspetta da ciascuno di noi:
"Diventi il Vangelo il vostro tesoro più prezioso nello studio attento e nell'accoglienza generosa, nella Parola del Signore troverete alimento e forza per la vita di ogni giorno, troverete le ragioni di un impegno senza soste nell'edificazione della civiltà dell'amore".

Se essere santi vuol dire essere come Gesù, in Gesù, è il Vangelo meditato e letto ogni giorno, che mette dentro di noi la vita, i sentimenti, i giudizi, i pensieri, le reazioni di Gesù. Rimanere, dunque, nell'ascolto della Parola e attingere vigore dai sacramenti soprattutto della Eucaristia e della Penitenza. Vorrei sottolineare come sia stato notato in questi giorni anche dai mass-media, con sorpresa, il rivivere della Confessione. Queste migliaia di confessioni fatte con fiducia nel Circo Massimo e altrove e qui; vorrei dirvi di non dimenticare questa straordinaria esperienza del sacramento della Penitenza.
Portatela con voi, perché è attraverso questo sacramento che noi ritroviamo pur nella nostra debolezza, la forza ogni giorno di essere come Gesù, cioè essere santi.
A noi sembra molto duro e difficile tendere alla santità ogni giorno, è qualcosa che ci spaventa, eppure noi sperimentiamo continuamente che essere in Gesù e come Gesù, è molto bello ed è molto più bello del contrario, come diceva un autore recente: "Non c'è che una tristezza, quella di non essere santi, la negligenza, la pigrizia, la svogliatezza, il cercare sempre e soltanto i propri comodi è la cosa più triste che ci sia. La santità, l'essere in Gesù, il cercare di avvicinarci a Lui, è la cosa più bella". Vale la pena, dunque, provare ed è possibile realizzare questo ideale.
Mi vengono, così, in mente, tanti santi, che ho conosciuto, ammirato, e frequentato personalmente, persone, che hanno operato in più settori, dalla politica all'università, dall'imprenditoria a donne, madre di famiglia che hanno dato la propria vita per quella dei figli.
Tutti loro ci fanno vedere che i santi sono tanti oggi e che quindi la santità è in mezzo a noi. Ci sono nel nostro tempo non solo moltissimi santi, ma anche molti martiri del nostro tempo.
Martiri della missione, martiri dell'aiuto agli ebrei, martiri delle stragi di popoli, martiri della dignità della persona umana, martiri della carità e martiri della giustizia. Non c'è stato mai nella storia della Chiesa un secolo così ricco di martiri come il secolo ventesimo, quindi la santità eroica soprattutto in mezzo a noi, da persone deboli, fragili come noi, ma capaci di lasciarsi possedere da Cristo Gesù.
Il 7 maggio scorso il Santo Padre ha voluto ha voluto fare memoria dei martiri ecumenici, cioè di tutte le chiese e confessioni cristiane, che hanno testimoniato la fede sotto un totalitarismo sovietico, ortodossi vittime comunismo, in tante nazioni europee.
Penso, così, all'Albania, alle persone che per decenni hanno vissuto ai lavori forzati o nei carceri, ai confessori della fede, vittime del nazismo e del fascismo, ai confessori che hanno dato la vita per la fede del Vangelo in Asia, in Oceania, fedeli della Spagna e del Messico, del Magadascar e dell'Africa, perseguitati, fedeli
in America Latina.

Ecco la presenza dei santi, oggi!
La forza di Gesù che nessuno di noi ha, che nessuno di noi può pretendere di avere, ma che il Signore ha concesso in abbondanza a questo nostro secolo, che appare così pagano ma che è ricco più di tutti gli altri tempi di martiri e di santi.
Vorrei concludere con una testimonianza, che è forse una delle più sconvolgenti. Scritta qualche anno fa, nel 1994 il 1° dicembre, dal Priore di un monastero algerino, rapito e ucciso con altri sei monaci trappisti il 7 maggio del 1996. Ebbene scriveva, prevedendo cosa stava succedendo attorno a lui:
"Se un giorno mi capitasse, e potrebbe essere oggi, di essere vittima del terrorismo, che sembra voler coinvolgere attualmente tutti gli stranieri che vivono in Algeria, vorrei che la mia comunità, la mia Chiesa, la mia famiglia si ricordassero che la mia vita era stata donata a Dio e a questo popolo. Vorrei che essi accettassero che l'unico Signore di ogni vita non potrebbe essere estraneo a questa brutalità. Vorrei che essi pregassero per me. Come essere degno di una tale offerta! Vorrei che essi sapessero associare questa morte a tante altre, ugualmente, violente, lasciate nell'indifferenza e nell'anonimato. La mia vita non ha più valore di un'altra, non ne ha neanche meno, in ogni caso non ha l'innocenza dell'infanzia. Ho vissuto abbastanza per sapermi complice del male, che sembra in me prevalere nel mondo e anche di quello che potrebbe colpirmi alla cieca. Venuto il momento vorrei avere quell'attimo di lucidità, che mi permettesse di chiedere il perdono di Dio a quello dei miei fratelli, perdonando con tutto cuore, nello stesso momento, a chi mi avesse colpito ed anche tu, amico dell'ultimo istante, che non saprai quello che starai facendo, sì anche per te voglio dire questo grazie a Dio, nel cui volto ti contemplo, e ci sia dato di incontrarci di nuovo ladroni colmati di gioia in paradiso, se piace a Dio Padre nostro, Padre di tutti e due".

È andato così con i compagni incontro ad una morte violenta, tenendo nel cuore la parola del perdono.
Ecco la santità di oggi, quella che Gesù compie, quella che lo Spirito Santo della nostra debolezza esprime e nessuno di noi può presumere di avere questa forza, ma possiamo fidarci di Dio e di Gesù che opera in noi.
Vorrei concludere, proponendovi alcune domande per la vostra riflessione:

mi interrogo, ho voglia di essere santo, oppure ho paura di esserlo?
Quale il più grande ostacolo per la santità?
Quale, invece, il più grande stimolo, oggi, per la santità?

Carlo Maria Martini

TAIZE' A MILANO



LA PREGHIERA MENSILE DELLA CITTÀ DI MILANO

Luogo:
Chiesa di San Raffaele - Via San Raffaele, 4 (Milano)
In Centro, a 100 m dal Duomo, a lato della Rinascente - MM1 o MM3

Per i dettagli e le date: www.milanotaize.it

(prima data: martedì 7 settembre)

Ore: 21.00


Per collaborare:
Chi volesse collaborare alla preparazione della preghiera,
cantando o suonando, può contattare direttamente il referente.

Il ritrovo delle prove è sempre il giorno della preghiera
alle ore 20.00 in chiesa.


LA PREGHIERA DEL GRUPPO "MILANO SUD"

Luogo: Basilica di S. Maria in Calvenzano
Via della Basilica, 8 - Vizzolo Predabissi (MI)

Date: ogni quarta domenica del mese

Ore: 21.00

Per collaborare:

Chi volesse collaborare alla preparazione della preghiera,
cantando o suonando, può contattare direttamente i referenti:
taizesudmilano@yahoo.it

Il ritrovo delle prove è sempre il giorno della preghiera
alle ore 20.15 in Basilica.

Per i dettagli: www.milanotaize.it

ACCORDI ANCHE TU COSì



SPIEGAZIONE DEL CANTO:
Le parole di "Anche tu così" vogliono ripercorrere il brano evangelico di Luca 10, 25-37...lo riportiamo pensando soprattutto ai giovani di Milano, per cui questo tema è stato scelto per l'anno pastorale 2010/2011.

"Ed ecco, un dottore della Legge si alzò per metterlo alla prova e chiese:
«Maestro, che cosa devo fare per ereditare la vita eterna?»
Gesù gli disse: «Che cosa sta scritto nella Legge? Come leggi?».
Costui rispose: «Amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima, con tutta la tua forza e con tutta la tua mente, e il tuo prossimo come te stesso».
Gli disse: «Hai risposto bene; fa' questo e vivrai».
Ma quello, volendo giustificarsi, disse a Gesù: «E chi è mio prossimo?».
Gesù riprese: «Un uomo scendeva da Gerusalemme a Gerico e cadde nelle mani dei briganti, che gli portarono via tutto, lo percossero a sangue e se ne andarono, lasciandolo mezzo morto. Per caso, un sacerdote scendeva per quella medesima strada e, quando lo vide, passò oltre. Anche un levita, giunto in quel luogo, vide e passò oltre. Invece un Samaritano, che era in viaggio, passandogli accanto, vide e ne ebbe compassione. Gli si fece vicino, gli fasciò le ferite, versandovi olio e vino; poi lo caricò sulla sua cavalcatura, lo portò in un albergo e si prese cura di lui. Il giorno seguente, tirò fuori due denari e li diede all'albergatore, dicendo: "Abbi cura di lui; ciò che spenderai in più, te lo pagherò al mio ritorno". Chi di questi tre ti sembra sia stato prossimo di colui che è caduto nelle mani dei briganti?».
Quello rispose: «Chi ha avuto compassione di lui».
Gesù gli disse: «Va' e ANCHE TU fa' COSÌ»."


Davvero come dice il card. Martini la Parola offre sempre una provocazione...
Il dottore della Legge chiede "Qual'è il mio prossimo?".
Gesù a questa domanda non risponde con discorsi, definizioni o frase-effetto.
Offre invece una situazione, concreta, reale, in cui poter misurarsi per potersi richiedere, appunto, "qual'è il mio prossimo?".
Il Samaritano ha avuto compassione e si è fermato, si è preso cura.
Gesù indica ci indica il Samaritano come figura da imitare, perchè anche noi possiamo fare così .

Coro SGL
Erano Uomini Senza Paura



Autore: Stefano Colombo – Angelo Racz


Do Sol/Si Lam Mim/Sol Sib Sol

Do Sol Mim Fa
Ti sei chiesto mai quale è il senso della tua vita,
Do Sol Mim Sol
cosa serve a noi per provare una gioia vera?
Fa Mi Lam (Do/Sol) Re/Fa#
E’ una vita da imitare: quella di Gesù.
Do/Sol Sol Fa Do
Lui cammina davanti a te, non lasciarlo mai!

Do Fa Do Sol
Credi ANCHE TU COSÌ
Do Fa Do Sol
Spera ANCHE TU COSÌ
Mim Fa Sol
e soprattutto ama ANCHE TU COSÌ
Do Sol/Si Lam
e un uomo nuovo tu sarai
Do/Sol Fa Sol
camminerai verso la santità.

Do Sol/Si Lam Mim/Sol Sib Sol

Ha già acceso in te una scintilla del vero amore
non soffocarla mai, custodiscila dentro il cuore!
Così quando ci sarà buio e gelo attorno a te
fiamma viva tu sarai, li vincerai

Credi ANCHE TU COSÌ
Spera ANCHE TU COSÌ
e soprattutto ama ANCHE TU COSÌ
e un uomo nuovo tu sarai
camminerai verso la santità.

Re La/Do# Sim Fa#m/La Do La

Re La Fa#m Sol
Occhi come i suoi ti permettono di vedere
Re La Fa#m La
quanta gente c’è che ha bisogno di un po’ di amore
Sol Fa# Sim (Re/La) Mi/Sol#
Non passare oltre mai, fai tutto cioò che puoi…
Re/La La Sol Re
abbi cura di chi è prossimo per te.

Re Sol Re La
Credi ANCHE TU COSÌ
Re Sol Re La
Spera ANCHE TU COSÌ
Fa#m Sol La
e soprattutto ama ANCHE TU COSÌ
Re La/Do# Sim
e un uomo nuovo tu sarai
Re/La Sol La
camminerai verso la santità. (2x)

Re Sol RE

mercoledì 29 settembre 2010

UN SOLO SPIRITO


SPIEGAZIONE DEL CANTO:
Un solo spirito, un solo battesimo riprende il contenuto della lettera di San Paolo agli Efesini (4, 1-6):
"Fratelli, vi esorto io, il prigioniero nel Signore, a comportarvi in maniera degna della vocazione che avete ricevuto, con ogni umiltà, mansuetudine e pazienza, sopportandovi a vicenda con amore, cercando di conservare l’unità dello Spirito per mezzo del vincolo della pace.
Un solo corpo, un solo Spirito, come una sola è la speranza alla quale siete stati chiamati, quella della vostra vocazione; un solo Signore, una sola fede, un solo battesimo. Un solo Dio Padre di tutti, che è al di sopra di tutti, agisce per mezzo di tutti ed è presente in tutti."
Un solo corpo, un solo Signore, una sola fede, un solo battesimo!

Coro SGL
Erano Uomini Senza Paura



Un solo spirito, un solo battesimo, un solo Signore Gesù,
nel segno dell'amore tu sei con noi,
nel nome tuo viviamo fratelli;
nel cuore la speranza che tu ci dai,
la fede che ci unisce cantiamo.


Io sono la vite e voi siete i tralci miei:
il tralcio che in me non vive sfiorirà,
ma se rimanete in me, il Padre mio vi darà
la forza di una vita che non muore mai!

Io sono la vera via e la verità:
amici vi chiamo e sempre sto con voi,
Chi annuncia al fratello suo la fede nel nome mio
davanti al Padre io lo riconoscerò.

Lo Spirito Santo in voi parlerà di me;
dovunque c'è un uomo al mondo sono Io;
ognuno che crede in me fratello vostro sarà:
nel segno del battesimo rinascerà.

martedì 28 settembre 2010

Il Signore è il mio pastore

Autore: David Maria Turoldo



SPIEGAZIONE DEL CANTO:
Riprendendo testualmente il Salmo 23 ecco un canto quaresimale e adatto anche per i funerali.
Nel Nuovo Testamento troviamo tanti riferimenti, eccone alcuni:

- “Io sono il buon pastore. Il buon pastore offre la vita per le pecore” (Gv 10,11)
- “L'Agnello che sta in mezzo al trono sarà il loro pastore e li guiderà alle fonti delle acque della vita. E Dio tergerà ogni lacrima dai loro occhi” (Ap 7,17)
- “Che diremo dunque in proposito? Se Dio è per noi, chi sarà contro di noi? Egli che non ha risparmiato il proprio Figlio, ma lo ha dato per tutti noi, come non ci donerà ogni cosa insieme con lui? (Rm 8,31s)
- “Chi di voi se ha cento pecore e ne perde una, non lascia le novantanove nel deserto e va dietro aquella perduta, finché non la ritrova? Ritrovatala, se la mette in spalla tutto contento, va a casa, chiama gli amici e i vicini dicendo: Rallegratevi con me, perché ho trovato la mia pecora che era perduta” (Lc 15,4-5)

Coro SGL
Erano Uomini Senza Paura



DO FA DO

Il Signore è il mio pastore,

LAm REm DO/FA DO

nulla manca ad ogni attesa,

MIm FA DO

in verdissimi prati mi pasce,

FA SOL DO

mi disseta a placide acque.



È il ristoro dell’anima mia,

in sentieri diritti mi guida

per amore del santo suo Nome,

dietro Lui mi sento sicuro.



Pur se andassi per valle oscura,

non avrò a temere alcun male,

perché sempre mi sei vicino,

mi sostieni col tuo vincastro.



Quale mensa per me Tu prepari,

sotto gli occhi dei miei nemici

e di olio mi ungi il capo,

il mio calice è colmo di ebbrezza.



Bontà e grazia mi sono compagne

quanto dura il mio cammino:

io starò nella casa di Dio

lungo tutto il migrare dei giorni.

MADONNA DELLA PAZIENZA

MADONNA DELLA PAZIENZA
Venerata nella parrocchia di San Romano in Milano




PREGHIERA DI CLEMENTE REBORA

O Madre della Pazienza, ricorriamo a Te nei momenti di sfiducia.
Come Te confidiamo nella Provvidenza celeste.
Infondici nell'nima vigorosa fortezza e
rassegnato amore alla santa Volontà di Dio.
Madonna della Pazienza, Regina dei Martiri,
sempre vicina ai tribolati di cuore,
ottienici, nella prova, l'unione con Dio,
affinché le nostre tribolazioni valgano per la vita eterna.
O Maria, Madre della Pazienza,
soccorreteci nelle ore di sfiducia!

TI CHIEDO PERDONO

SPIEGAZIONE DEL CANTO:
Ci aiutiamo da alcuni stralci del libro Perdonare del card. Godfried Danneels, ex primate della Chiesa Belga.

Chi è vittima di un'ingiustizia è generalmente svonvolto.
Ha male dappertutto, in tutto il suo essere.
Perdonare non è la stessa cosa di dimenticare.
Perdonare non è il rifiutare di riconoscere la colpa o negarla.
Perdonare non è mai mettersi al dì fuori della verità.
L' amore è verità, "Verità e Amore camminano mano nella mano", dice il salmo 85.
Perdonare non è una forzatura della volontà. I1 perdono è un atto complesso
che non scaturisce solo dalla volontà. E' figlio di tutte le nostre facoltà:
pensiero, sentimenti, passioni, emozioni, memoria e immag\nazione' I1 male
ci ha attaccati e ci ha fatto soffrire in tutto il nostro essere, è dunque tutto il
nostro essere che il perdono coinvolgerà. Quindi il perdono non è l'atto di
un momento unico.
E' un lungo processo che necessita di tempo. I1 perdono non è un prodotto, è un frutto. I frutti hanno bisogno di tempo per crescere e maturare.
Perdonare non è nemmeno ricominciare tutto come prima della colpa, perchè
la malefatta lascia nella storia una macchia indelebile.
perdonare non è nemmeno rinunciare ai propri diritti.
L'ingiustizia deve essere corretta in tutta la misura del possibile. .L'amore non sostituisce la giustizia. Perdonare non è nemmeno scusare.
eualche volta il perdono degenera in un insopportabile sfoggio di nobiltà
morale da parte di colui che perdona, della sua superiorità " Nella mia
magnaminità, io ti perdono". Certe persone vanno matte per questi ruoli di
"superiorità oltraggiafa", di "vittima oltreggiata". I1 perdolg--deve rimanere
_un atto di umilta.
Non solo per il colpevole, ma anche per colui che perdona.
Quest' ultimo non nè ha la capacità da solo "solo Dio ha il potere di
rimettere i peccati".
Perdonare è un meraviglioso cocktail di sforzo umano e di sraziadivina.

Coro SGL
Erano Uomini Senza Paura



si- do#dim si- re

Ti chiedo perdono, Padre buono,

sol fa# si- sol fa#

per ogni mancanza d’amore,

si- do#dim si- re

per la mia debole speranza

sol fa# si- sol la7

e per la mia fragile fede.

re sol re la sol la re fa# re7

Domando a Te, Signore, che illumini i miei passi,

sol sol- re sol sol-

la forza di vivere, con tutti i miei fratelli,

re la re sol re

nuovamente fedele al Tuo Vangelo.

TI RINGRAZIO MIO SIGNORE

Titolo originale: Amatevi l'un l'altro

SPIEGAZIONE DEL CANTO
Rillegiamo il brano del Vangelo secondo Giovanni 15, 9-17

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Come il Padre ha amato me, così anch’io ho amato voi. Rimanete nel mio amore. Se osserverete i miei comandamenti, rimarrete nel mio amore, come io ho osservato i comandamenti del Padre mio e rimango nel suo amore.
Questo vi ho detto perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena. Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri, come io vi ho amati. Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici.

Voi siete miei amici, se farete ciò che io vi comando. Non vi chiamo più servi, perché il servo non sa quello che fa il suo padrone; ma vi ho chiamati amici, perché tutto ciò che ho udito dal Padre l’ho fatto conoscere a voi.
Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga; perché tutto quello che chiederete al Padre nel mio nome, ve lo conceda. Questo vi comando: amatevi gli uni gli altri».

Essere in comunione con Gesù significa ricordarsi del suo Amore e farlo nostro.
Non ci chiede di amare, ma di amare come lui ci ha amati.
Così il nostro amore non dovrà essere un amore qualunque, ma il suo stesso, quello che sentendoci in comunione con Lui ci permetterà di portare frutto.
Scrive San Paolo: "Rendete piena la mia gioia con l'unione dei vostri spiriti, con la stessa carità, con i medesimi sentimenti" e ancora "abbiate in voi gli stessi sentimenti che furono in Cristo Gesù".
Buon cammino a tutti!

Coro SGL
Erano Uomini Senza Paura


re si-
Amatevi l'un l'altro
sol6 la
come Lui ha amato noi
re si- sol re
e siate per sempre suoi ami - ci;
mi- la
e quello che farete
fa# sial
più piccolo tra voi,
sol la re sol re
credete, l'avete fatto a Lui.

re re5+ sol
Ti ringrazio, mio Signore,
la re sol
e non ho più paura, perché,
la re re5+ sol
con la mia mano nella mano
la re sidegli
amici miei,
sol la
cammino tra la gente
re fa# sidella
mia città
sol la re sie
non mi sento più solo;
sol la
non sento la stanchezza
re fa# sie
guardo dritto avanti a me
sol la re sol re
perché sulla mia strada ci sei Tu.


Se amate veramente perdonatevi tra voi:
nel cuore di ognuno ci sia pace;
il Padre, che è nei cieli
vede tutti i figli suoi,
con gioia, a voi perdonerà.

Sarete suoi amici se vi amate tra di voi
e questo tutto il suo Vangelo;
l'amore non ha prezzo,
non misura ciò che dà;
L'amore confini non ne ha...

Resurrezione



Autore: Cipri/Mancuso

mi la
Che gioia ci hai dato,
mi la
Signore del cielo,
mi la si7
Signore del grande universo,
mi la mi la
che gioia ci hai dato, vestito di luce,
mi si7 do#- la
vestito di gloria infinita,
mi si7 la mi la mi la mi
vestito di gloria infinita.

Vederti risorto, vederti Signore
il cuore sta per impazzire
Tu sei ritornato, Tu sei qui tra noi
Mi
e adesso ti avremo per sempre.(Bis)

La Mi
Chi cercate, donne, quaggiù
La Mi
chi cercate, donne, quaggiù,
Fa# Si7
quello ch'era morto non è qui,
Mi La Mi
è risorto, sì, come aveva detto anche a voi.
La Mi Si7 Do La
Voi Gridate a tutti che è risorto Lui,
Mi Si7 La Mi La Mi La Mi
tutti che è risorto Lui.
Che gioia ci hai dato
Ti avremo per sempre.
Tu hai vinto il mondo, Gesù,
Tu hai vinto il mondo, Gesù,
liberiamo la felicità
e la morte, no, non esiste più,
l'hai vinta Tu e hai salvato
tutti noi, uomini con Te. (Bis)

ECCO QUEL CHE ABBIAMO

Titolo completo: Ecco quel che abbiamo - il miracolo del pane
Autore: Stefani/Giombini

introduzione: RE DO#m SIm7 -- LA DO#m7 SIm7 LA

LA LA7+ RE9 LA
Ecco quel che abbiamo nulla ci appartiene ormai
FA#m DO#m7 SIm7 MI
ecco i frutti della terra che Tu moltiplicherai

LA7+ RE9 LA
Ecco queste mani, puoi usarle se lo vuoi
FA#m DO#m7 SIm7 MI LA
per dividere nel mondo il pane che tu hai dato a noi

FA#m DO#m7
Solo una goccia hai messo fra le mani mie
SOL7dim FA#4 FA# (SIm MI DO#7/4 FA#4 FA#)
solo una goccia che tu ora chiedi a me (ah ah ah ah ah ah)
SIm DO#m7 RE7+
una goccia che in mano a Te…
SIm7 DO#m RE7+
una pioggia diventerà… e la terra feconderà…

stacco: RE DO#m SIm7 -- LA DO#m7 SIm7 LA

LA LA7+ RE9 LA
Ecco quel che abbiamo nulla ci appartiene ormai
FA#m DO#m7 SIm7 MI
ecco i frutti della terra che Tu moltiplicherai
LA7+ RE9 LA
Ecco queste mani, puoi usarle se lo vuoi
FA#m DO#m7 SIm7 MI LA
per dividere nel mondo il pane che tu hai dato a noi

FA#m DO#m7
Le nostre gocce pioggia fra le mani tue
SOL7dim FA#4 FA# (SIm MI DO#7/4 FA#4 FA#)
saranno linfa di una nuova civiltà (ah ah ah ah ah ah)
SIm DO#m RE7+
e la terra preparerà…
RE7+ SIm7 DO#m7 RE7+
la festa del pane che… ogni uomo condividerà…
stacco: RE DO#m SIm7 -- LA DO#m7 SIm7 LA

LA LA7+ RE9 LA
Ecco quel che abbiamo nulla ci appartiene ormai
FA#m DO#m7 SIm7 MI
ecco i frutti della terra che Tu moltiplicherai
LA7+ RE9 LA
Ecco queste mani, puoi usarle se lo vuoi
FA#m DO#m7 SIm7 MI LA
per dividere nel mondo il pane che tu hai dato a noi

2 volte

LA LA7+ RE9 LA
Sulle strade il vento da lontano porterà
FA#m DO#m7 SIm7 MI
il profumo del frumento, che tutti avvolgerà
LA7+ RE9 LA
E sarà l'amore che il raccolto spartirà
FA#m DO#m7 SIm7 MI LA
e il miracolo del pane in terra si ripeterà
finale: RE DO#m SIm7 LA

NOI VEGLIEREMO

(SOL) DO FA REm SOL DO LAm MIm LA
Nella notte o Dio, noi veglieremo, con le lampade, vestiti a festa
REm FA SOL DO LAm
presto arriverai, e sarà giorno


REm SOL DO7+ LAm REm SOL
Rallegratevi in attesa del Signore, improvvisa giungerà la sua voce,
FAm DO7+ REm FA MI SOL
quando Lui verrà sarete pronti, e vi chiamerà amici per sempre…

DO FA REm SOL DO LAm MIm LA
Nella notte o Dio, noi veglieremo, con le lampade, vestiti a festa
REm FA SOL DO LAm
presto arriverai, e sarà giorno

REm SOL DO7+ LAm REm SOL
Raccogliete per il giorno della vita, dove tutto sarà giovane in eterno,
FAm DO7+ REm FA MI SOL
quando Lui verrà sarete pronti, e vi chiamerà amici per sempre…

DO FA REm SOL DO LAm MIm LA
Nella notte o Dio, noi veglieremo, con le lampade, vestiti a festa
REm FA SOL DO
presto arriverai, e sarà giorno

IL TUO POPOLO IN CAMMINO


Titolo originale: Il pane del cammino

PREGHIERA
Signore, spesso la tua Chiesa ci sembra una barca che sta per affondare, una barca che fa acqua da tutte le parti. E anche nel tuo campo di grano vediamo più zizzania che grano. La veste e il volto così sporchi della tua Chiesa ci sgomentano. Ma siamo noi stessi a sporcarli! Siamo noi stessi a tradirti ogni volta, dopo tutte le nostre grandi parole, i nostri grandi gesti. Abbi pietà della tua Chiesa: anche all’interno di essa, Adamo cade sempre di nuovo. Con la nostra caduta ti trasciniamo a terra, e Satana se la ride, perché spera che non riuscirai più a rialzarti da quella caduta; spera che tu, essendo stato trascinato nella caduta della tua Chiesa, rimarrai per terra sconfitto. Tu, però, ti rialzerai. Ti sei rialzato, sei risorto e puoi rialzare anche noi. Salva e santifica la tua Chiesa. Salva e santifica tutti noi.
Joseph Ratzinger, meditazione per la Via Crucis, 2005.

Coro SGL
Erano Uomini Senza Paura


sol re mi-
Il tuo popolo in cammino
do la re 4 5
cerca in te la guida
sol re7 mi- sol 7
sulla strada verso il Regno
do la sol re
sei sostegno con il tuo corpo.
si- mi la- do- sol re sol
Resta sempre con noi, o Signore.

sol- do- sol-
E' il tuo Pane Gesù che ci dà forza
sol- fa sole
rende più sicuro il nostro passo.
sol- re 7 mib sol7
Se il vigore nel cammino si svilisce
do- la7 re7
la tua mano dona lieta la speranza.

E' il tuo vino, Gesù, che ci disseta
e sveglia in noi l'ardore di seguirti.
Se la gioia cede il passo alla stanchezza,
la tua voce fa rinascere freschezza.

E' il tuo corpo,Gesù, che ci fa Chiesa,
fratelli sulle strade della vita.
Se il rancore toglie luce all'amicizia,
dal tuo cuore nasce giovane il perdono.

E' il tuo sangue, Gesù, il segno eterno
dell'unico linguaggio dell'amore.
Se il donarsi come te richiede fede,
nel tuo Spirito sfidiamo l'incertezza.

E' il tuo dono, Gesù, la vera fonte
del gesto coraggioso di chi annuncia.
Se la chiesa non è aperta ad ogni uomo,
il tuo fuoco le rivela la missione.

lunedì 27 settembre 2010

MAGNIFICAT (taizè)



SOL DO RE SOL
MAGNIFICAT, MAGNIFICAT
SOL DO RE SOL
MAGNIFICAT ANIMA MEA DOMINUM
SOL DO RE SOL
MAGNIFICAT, MAGNIFICAT
SOL DO RE SOL
MAGNIFICAT ANIMA MEA

Ricordiamo che i canti di Taizé, essendo canoni, vanno ripetuti più volte.
"Magnificat", cioè DIRE GRAZIE...

Coro SGL
Erano Uomini Senza Paura

CANTO D' UMILTA'


SPIEGAZIONE DEL CANTO:
Per questo canto non proponiamo un "nostro" riferimento che ne spieghi il testo, il significato.
Rimandiamo la lettura del libro "BEATO NULLA. La scelta dell'ultimo nel Nuovo Testamento" scritto da DON GIANCARLO TAVERNA PATRON e pubblicato dalle edizioni San Paolo e venduto a 9 euro.

Per il corista che ha l'immediata necessità di utilizzo di questo canto, basterà uno stralcio dell'introduzione dell'autore del libro, appunto facilmente accostabile al Canto d'Umiltà:

"Il tema della scelta dell’«ultimo» nel Nuovo Testamento è di viva attualità, per la Chiesa e per il singolo credente. La via scelta da Cristo per la sua venuta nel mondo, che affonda le radici nel mistero di Dio, non può che essere l’itinerario, duro ma affascinante, anche per i cristiani del nuovo millennio. Dio è dalla parte del nulla, della debolezza, della piccolezza. Non solo nel senso che si rivolge prima di tutto a quell’enorme fetta di umanità che vive in condizioni disumane, ma più profondamente perché questa direzione riguarda in qualche misterioso modo la sua stessa natura." e ancora: "Dio ha scelto quello che è stolto, ciò che è debole, ignobile, disprezzato. Ha scelto il nulla. Queste prole di Paolo ai fedeli di Corinto(1Cor 1,27-28) mi colpirono già molti anni fa, giovane prete. Mi parvero un insieme di affermazioni paradossali, con l'accostamento fra Dio (l'Infinito, l'Altissimo, l'Onnipotente, l'Onniscente) e la sua antitesi, il nulla. Ma nela lettera paolina non si parla solo di accostamento, bensì di scelta."

Davvero, buona lettura e canto a tutti!

re
O Signore,
sol
non si esalta il mio cuore
re si
i miei occhi non si
sol la7 fa#7
alzano superbi, non inseguo
si- la
cose grandi, troppo grandi per
fa# sol re sol la7
me. O Signore a te canto in umiltà.

O Signore, ho placato il
desiderio, ho finito di ambire
all'infinito, ora affido la mia
mente,ora affido a Te il mio cuore.
O Signore a Te canto in umiltà.

O Signore, non abbiamo più
bisogno d'innalzare grandi
torri fino al cielo; non il mio
ma il tuo volere sia annunziato sulla terra.
O Signore a Te canto in umiltà.
O Singore...

PADRE MIO MI ABBANDONO A TE



SPIEGAZIONE DEL CANTO:
Il canto, che con gli accordi vedete qualche riga più in basso, si ispira a questa preghiera bellissima scritta da Charles de Foucauld.
La pubblichiamo perchè possa essere utile per capire il significato della canzone del Gen Rosso, siamo certi piacerà a tutti.
Coro SGL
Erano Uomini Senza Paura


Padre, mi abbandono a Te,
fa' di me ciò che ti piace.
Qualsiasi cosa tu faccia di me, ti ringrazio.
Sono pronto a tutto, accetto tutto,
purché la tua volontà si compia in me, e in tutte le tue creature:
non desidero nient'altro, mio Dio.
Rimetto l'anima mia nelle tua mani, te la dono, mio Dio,
con tutto l'amore del mio cuore, perché ti amo.
E per me un'esigenza di amore, il donarmi a Te,
l'affidarmi alle tue mani, senza misura,
con infinita fiducia: perché Tu sei mio Padre.

Beato Charles De Foucauld

Intro: RE RE5+ RE RE5+

RE RE5+ RE RE5+
Padre mio, mi abbandono a Te,
MI- MI-/FA# MI-/SOL LA
di me fai quello che ti piace.
FA# SI- SI
Grazie di ciò che fai per me,
MI LA4 LA
spero solamente in Te.
RE RE5+ RE RE5+
Purchè si compia il tuo volere
MI- MI-/FA# MI-/SOL LA
in me e in tutti i miei fratelli,
FA# SI- SI
niente desidero di più,
MI LA4 LA
fare quello che vuoi Tu.


RE MI7
Dammi che ti riconosca,
LA7 RE
dammi che ti possa amare sempre più.
RE MI7
Dammi che ti resti accanto,
LA7 RE (finale: RE5+ RE RE5+ RE)
dammi d'essere l'amor.


Fra le tue mani depongo la mia anima
con tutto l'amore del mio cuore,
mio Dio, la dono a Te
perchè ti amo immensamente.
Sì, ho bisogno di donarmi a Te,
senza misura affidarmi alle Tue mani,
perchè sei il Padre mio,
perchè sei il Padre mio.

Dammi che ti riconosca,
dammi che ti possa amare sempre più,
dammi che ti resti accanto,
dammi d'essere l'amor.


Si consiglia voce solista per le strofe e coro per il ritornello.

venerdì 24 settembre 2010

DOMENICA 26 SETTEMBRE

INGRESSO -> è bello lodarti
ALLELUIA -> cantro per cisto oppure la nostra festa
OFFERTORIO -> su questo altare
COMUNIONE -> pane del cielo (tutta)
SPEZZARE DEL PANE -> pne vivo spezzato per noi oppure parole di vita
USCITA -> come vento e fuoco.

venerdì 17 settembre 2010

INDICAZIONI PER IL CANTORE

“Chiunque esegue questo ministero del canto con vera fede e con tutta l’attenzione della sua mente, si unisce in certo qual modo agli angeli che lodano Dio nei cieli”.

Sant’Isidoro di Siviglia

IL CANTO CHE APRE STRADE

“Quando noi cantiamo, spianiamo la strada
perché Egli venga nel nostro cuore e ci infiammi con la grazia del Suo amore”.

San Gregorio Magno

CANTO COME BENEDIZIONE

“Il canto è benedizione dei fedeli, lode a Dio, elogio del popolo, plauso di tutti, parola adatta ad ogni uditore, voce della Chiesa, professione canora di fede, devozione sublime, letizia di liberazione, grido di allegrezza, profluvio di letizia.
Il canto mitiga l’iracondia, placa le ansie, dà sollievo alle afflizioni.
Il canto è un’arma che ci protegge nella notte, è una fonte di insegnamenti lungo il giorno, ci fa da scudo nel timore; riempie di festa il cammino della santità; manifesta il volto della nostra serenità.
E’ un pegno di pace e di concordia; pace e concordia che, come in una cetra, si manifestano mediante un’unica melodia composta da molte voci diverse ed ineguali. Nel canto la dottrina gareggia con la bellezza: mentre si prova diletto cantando, si acquista conoscenza di dottrina per ammaestramento.
Il canto ispirato spinge chi esegue e chi ascolta alla virtù. Se suonato con il plettro dello Spirito fa scendere sulla terra la dolcezza della musica del cielo”.

Sant’Ambrogio

PAROLE SUL CANTO

La Musica,
la più immateriale e arcana espressione d’arte
che può avvicinare l’anima fino ai confini
delle più alte esperienze spirituali,
ha la sua grande parola da dire
davanti al mondo di oggi;
ha il compito tremendo ed affascinante
d’interpretarne le aspirazioni,
le inquietudini, il brivido di assoluto;
di placarne con un messaggio di serenità
le oscure crisi di pensiero e di sentimento;
di temperare l’aridità e il freddo,
in cui lo possono avvolgere
i pur raffinati strumenti del suo tecnicismo;
ha una missione da svolgere
in nome dei valori più alti e veri e duraturi
quasi per una propedeutica
alle ardue conquiste dello spirito.

Paolo VI

PREGHIERA DEI CANTORI


Signore,
fonte di bellezza e ispiratore di ogni arte,
Dio di coloro che cantano le Tue lodi, tutta la terra Ti adora
e intona per te un cantico nuovo.
La tua lode sia sulle nostre labbra, per cantare la Tua gloria;
il nostro spirito si accordi alla nostra voce;
la Tua verità, rivestita di melodia, si riversi nel nostro cuore
e Vi desti il fervore che renda più facile l’incontro con Te nella preghiera.
Il giubilo del canto spirituale, qui sulla terra,
sia preludio della glorificazione che speriamo innalzare a Te
per tutta l’eternità.

Paolo VI

mercoledì 15 settembre 2010

IN MANUS TUAS PATER



SPIEGAZIONE DEL CANTO:
In Manus Tuas è un canto di Taizè, già pubblicato nel post "i canti di taizè" che ripropniamo qui singolarmente.
Consigliamo l'utilizzo all'ingresso del momento della preghiera e in generale della celebrazione preghiera.
Dice il Vangelo:
"Era verso mezzogiorno, quando il sole si eclissò e si fece buio su tutta la terra fino alle tre del pomeriggio. Il velo del tempio si squarciò nel mezzo.
Gesù, gridando a gran voce, disse: «Padre, nelle tue mani consegno il mio spirito".
"nelle tue mani, Padre, consegno il mio spirito".
Cantando In Manus Tuas, reciteremo l'ultima preghiera di Gesù prima della morte e risurrezione.

Coro Sgl
Erano Uomini Senza Paura


In manus tuas, Pater, commendo spiritum meum
In manus tuas, Pater, commendo spiritum meum


ALTRI RIFERIMENTI

“Padre, come il tuo divin Figlio pregherebbe in me,
così io voglio pregare te”

Beato Antonio Rosmini,
Domodossola, 11 Ottobre 1832

“…E’ a mio avviso estremamente importante incominciare a pregare non soltanto con un momento di silenzio, di pausa, di respiro, ma con il chiaro riconoscimento che non siamo capaci di pregare: Signore, sei tu che preghi in me. Non so da che parte cominciare è il tuo Spirito che mi guiderà. E’ necessario togliere dal dialogo con Dio ogni presunzione, tutto ciò che crediamo di aver imparato e di possedere. Dobbiamo entrare nella preghiera come poveri, non come possidenti. Ogni volta che ci presentiamo davanti a Dio, presentiamoci come assolutamente poveri. Credo che tutte le volte che non lo facciamo la nostra preghiera ne soffra, diventi più pesante, carica di cose che la disturbano. (…)
Occorre che ci rimettiamo ogni volta nella situazione battesimale del cieco che supplica: “Signore, che io veda”.
Signore, che io possa comprendere, che possa pronunciare le parole che lo Spirito mi suggerisce…”

Carlo Maria Martini
Stralci del libro "Qualcosa di così personale. Meditazioni sulla preghiera"

ERANO UOMINI SENZA PAURA 2010/2011

Con Domenica scorsa il nostro coro ha ripreso servizio!!!
Di sotto i canti di Domenica 19 e 2 iniziali dati importanti.

INGRESSO - è bello lodarti

OFFERTORIO - canto d'umiltà

COMUNIONE - e mi sorprende

(tutti i canti con testi e accordi sono su questa nostra pagina disponibili)

AGENDA

Giovedì 23 Settembre ore 18 MESSA INIZIO ANNO celebrata da don Paolo, ritrovo ore 17.30

Sabato 27 Novembre ore 15 CONFESSIONI, ritrovo ore 14.30

A DOMENICA!

Coro SgL
Erano Uomini Senza Paura

MONDIALE DEI GIOVANI IL 16 OTTOBRE

Cari visitatori,

ecco la lettera del SERMIG (SERvizio MIssionario Giovani) con cui invita tutti a prtecipre al 3° appuntamento mondilae dei giovani per la pace.
Dopo il 27 Agosto all'Aquila, il percorso del mondiale continua ritrovandosi a Torino.
Il 27 Agosto c'erano 3000 persone, a Torino vogliono esserci ancora di più.

Ecco la lettera che la Comunità del Sermig insieme ad Ernesto, fondatore ed animatore, ha scritto:

"dopo Collemaggio, è ora Torino ad attendervi spalancando le sue porte ai Giovani della Pace e a tutti coloro che credono che il mondo si può cambiare.

Siete tutti invitati alla seconda tappa del 3° Appuntamento Mondiale Giovani della Pace, in programma il 16 ottobre prossimo a Torino.
Non sarà un concerto né uno spettacolo, ma un momento di vita. A parlare non saranno presentatori né attori, ma giovani e testimoni. Si tratterà di un nuovo momento forte di quel cammino di formazione permanente alla solidarietà, alla pace ed alla cittadinanza responsabile nel quale siamo entrati da oltre un anno, attraverso la scelta di un nuovo stile di vita.

L'appuntamento è a partire dalle ore 14 in Piazza san Carlo con l'accoglienza dei partecipanti da parte di rappresentanti delle Università torinesi.
Seguirà l'incontro "Una buona notizia: Il mondo si può cambiare".
La conclusione è prevista intorno alle ore 19, con la pulizia della piazza.

Come molti di voi già sanno, le nostre iniziative non hanno sponsor.
La maggior parte delle spese è a carico nostro.
Chiediamo perciò ad ognuno di voi un contributo indicativo di 5 €.

Nei nostri incontri vogliamo sempre ricordarci anche dei più poveri. Per questo invitiamo ognuno dei partecipanti a portare 1 kg di alimentari che utilizzeremo nell'ambito delle nostre missioni umanitarie nell'est europeo. Puoi trovare qui l'elenco dettagliato.

Per facilitare l'organizzazione, vi saremo grati se vorrete iscrivervi appena vi è possibile, singoli o gruppi, sul sito www.mondialedeigiovani.org

Vi aspettiamo !



Sermig - Fraternità della Speranza

Siti: www.sermig.org - www.giovanipace.org

PROPOSTA PER UN NUOVO STILE DI VITA

Noi giovani abbiamo tra le mani le potenzialità per cambiare questo mondo oppresso da ingiustizie, abusi, violenze… C’è bisogno di noi.
Possiamo fare la nostra parte e proporre a noi stessi e agli adulti una nuova prospettiva da cui guardare il mondo; possiamo portare sogni, etica, voglia di valori tra i nostri coetanei, nella scuola, nella cultura, nella religione, nella politica, nell’economia e ovunque operiamo.
Siamo pronti a mettere da parte la sfiducia, la paura, ad aprirci alla speranza.

Ma il domani è già oggi, è tra le nostre mani. Per costruire il futuro bisogna cominciare dal presente. Bisogna essere il presente! Un desiderio e un impegno che non si riducono ad un momento, ma chiedono una “conversione”, chiedono preparazione, caparbietà e un bagaglio irrinunciabile. Vogliamo che la vita di ciascuno di noi diventi un fatto di speranza.

L’Appuntamento Mondiale Giovani della Pace nasce dal desiderio di coinvolgere tanti in questa responsabilità, tanti che dicano “Io ci sto. Ci metto la vita”. Il “Mondiale” non è una “giornata”, non è uno spettacolo. È un percorso. Diamo appuntamento ai giovani come noi che decidono di mettersi in gioco per cambiare questo mondo, partendo dal proprio stile di vita.


Nel 2010 l’Appuntamento avrà due tappe: una a L’Aquila la notte del 27 agosto, l’altra il 16 ottobre a Torino.

Crediamo che occorra oggi una riconciliazione tra la generazione dei padri e quella dei figli, per gettare insieme basi nuove per un futuro diverso.
Vogliamo percorrere un cammino di formazione permanente che duri tutta la vita e per tutte le sue stagioni. Un cammino che porti ognuno di noi ad essere una persona completa, attenta ai segni dei tempi, capace di comprendere ed esprimere la complessità dei problemi, pronta a tradurre in operatività il pensiero maturato.

Dire "Io ci sto" non è per noi l’impegno episodico di un momento di emotività, ma diventa scelta quotidiana che si allarga ai nostri amici, ai nostri gruppi.
Per nutrire il nostro "Io ci sto" abbiamo bisogno di un cammino di formazione permanente.

Una formazione che cresce e si sviluppa su tre dimensioni:

1. il lavoro su noi stessi, il primo e più importante, perché dà valore assoluto alla persona, ci rende consapevoli delle nostre potenzialità, ci aiuta ad entrare nell’equilibrio di tutto il nostro essere;
2.un impegno coerente nella realtà in cui viviamo, che sia il mondo della scuola, la parrocchia o altri ambiti aggregativi - il quartiere, il paese, la città - come studenti o lavoratori, figli o genitori, laici o religiosi, condotto sempre con spirito di servizio;

3. una capacità di sguardo sul mondo: impariamo a guardare al mondo come la casa comune dell’unica famiglia umana.
Qualunque gioia o sofferenza, ovunque accada, ci è vicina, attende la nostra commozione e il nostro interessamento.

Per una formazione permanente occorre poi imparare a “logorare i gradini dei saggi”, ricercare dei maestri per crescere nel confronto con donne e uomini che non predicano ma vivono la saggezza nel silenzio, nello sguardo, nella compassione, nei comportamenti.
Maestri disposti a condividere il sapere e a far crescere la cultura della vita.


Le nostre parole-chiave per un nuovo STILE DI VITA

Non vogliamo che il mondo ci cambi, che corrompa le nostre migliori aspirazioni. Vorremmo essere noi a cambiare il mondo.
Sappiamo che per farlo dobbiamo avere idee chiare, darci un metodo che giorno dopo giorno possa trasformarsi in stile di vita. Per questo abbiamo individuato alcune parole-chiave.



Restituzione

Io ci sto… a restituire e restituirmi.
Credo che la vita sia un dono e un’opportunità, per me e per gli altri. Nelle mie mani ho tempo, capacità, intelligenza, possibilità di scelta, denaro. Ho una cultura, una professione,
l’esperienza del presente e del passato. Questi beni mi possono far diventare egoista o altruista, sapiente o cieco. Restituzione è condividerli, metterli a servizio del bene: allora il loro valore si moltiplica.

Restituzione è passare dalle parole ai fatti, è dare agli altri il meglio di me. Restituzione di ciò che sono e di ciò che posseggo è credere ed operare per la giustizia.
Ogni giorno 30mila persone muoiono per fame. Se fossero mia madre o mio fratello, guai! Ma io devo considerare tutti, proprio tutti, miei familiari. Perché gli altri siamo noi. Restituzione è una mentalità, il segno concreto che la soluzione dei grandi problemi passa anche da me. Restituzione è l’inizio della più grande rivoluzione non violenta: la rivoluzione della commozione e dell’intelligenza.

SobrietàIo ci sto… a vivere con sobrietà.
Sobrietà è la conseguenza naturale dello spirito di restituzione.
Sobrietà nel mangiare, nel vestire, nel modo di spendere, nel mio tempo libero. Sobrietà è non sprecare nulla, consumare solo il necessario, rispettare la natura. Sobrietà è rifiutare la logica dello sballo e l’uso di qualsiasi droga - anche solo di uno spinello - perché manda in fumo le mie potenzialità, mi rende schiavo e finanzia le mafie.

Sobrietà nel rapporto con gli altri è vivere ogni legame nell’autenticità e rispettandola libertà dell’altro, non tradire la fiducia di nessuno, non scendere a compromessi per rincorrere il successo personale. Sobrietà, a partire dal linguaggio, è amare la semplicità che non fa sentire nessuno escluso. Sobrietà è sapere che ogni mia scelta è un voto dato all’avidità o alla condivisione.


Dialogo
Io ci sto… ad aprirmi al dialogo.
Dialogo per crescere nel rispetto con chi è diverso da me. Dialogo è meritarmi di dialogare, e questo accade se sono una persona credibile. Dialogo che non maschera la mia identità e i valori in cui credo, ma mantiene aperti intelligenza e cuore.
Dialogo
se sono disposto a sedermi intorno ad un tavolo, pronto a cambiare qualcuna delle mie idee. Dialogo è guardare avanti e non indietro, è abolire la parola nemico, è unire le forze per risolvere il problema che abbiamo in comune. Dialogo è mettermi nei panni dell’altro anziché voler imporre il mio punto di vista.

Dialogo è capire le ragioni degli altri. Dialogo è voler conoscere e comprendere la storia del popolo diverso dal mio, per migliorare il nostro presente e il nostro futuro.
Dialogo è reciprocità di diritti e di doveri: tutto ciò che è permesso in un Paese deve essere permesso anche negli altri. Perché la strada dell’odio non porta al domani.

Pace
Io ci sto… a lavorare per la pace.
Pace che discende dalla giustizia, dal perdono, dal dialogo. Pace prima di tutto con la mia storia.
Pace con l’altro, che mi libera dal rancore, che mi riapre alla vita.

Pace non solo per me, ma per tutti. Pace che non si improvvisa, ma va progettata con metodo, 24 ore su 24. Pace che ha bisogno di mille azioni diverse per essere costruita, perché le cause delle guerre sono sempre complesse. Pace perché la storia bussa alla porta della nostra intelligenza.

E ci dice che solo la “pace preventiva” può portare alla pace, accompagnata dalla giustizia preventiva, dal lavoro, dalle cure, dall’istruzione, dai diritti e dalla dignità, dalla solidarietà preventivi.
Siamo cresciuti pensando che ci fossero guerre giuste. Vogliamo pensare d’ora in poi che tutte le guerre, tutte le violenze sono ingiuste. Solo la pace è giusta, solo la giustizia è giusta, solo lo sviluppo per tutti è giusto.
Pace perché lo stato di diritto è la miglior sicurezza. Pace per dire no a tutte le armi, che uccidono quattro volte: perché mettono le nostre intelligenze a servizio della morte anziché del bene; distolgono risorse economiche dall’educazione, dalla sanità, dallo sviluppo; uccidono veramente, lasciando sul campo morti e feriti; preparano la vendetta.
Pace che non ha eserciti pronti, ma ha la ragione, ha te, ha me.


Silenzio

Io ci sto… a fare silenzio.
Silenzio per entrare in una conoscenza profonda di me stesso, con il coraggio di guardarmi allo specchio e di vedere i miei limiti. Silenzio perché possano risuonare la voce della mia coscienza e la voce di Dio.
Silenzio per lasciar emergere il bene che posso fare, per dare forza alle mie convinzioni e ai miei sogni.
Silenzio è umiltà di chi ascolta per comprendere
e imparare. Silenzio per capire meglio gli altri, per vederli meglio al di là del mio punto di vista, al di là del loro “colore” politico, di pelle e di religione.

Silenzio per uscire dalla gara a chi grida più forte.
Silenzio per far pensare un mondo che ha fatto della confusione, dell’avidità e dell’aggressione il suo stile.
Silenzio è determinazione di ascoltare il grido delle ingiustizie che mi circondano e di non accettare più l’indifferenza. Silenzio perché le parole non siano più scatole vuote da riempire sull’onda del momento.
Silenzio per dare significato ad ogni respiro e all’attimo che ho davanti.

Carta dei Giovani


Nel percorso degli Appuntamenti Mondiali precedenti i Giovani della Pace hanno realizzato e firmato la Carta dei Giovani, il manifesto del loro impegno. Dieci punti che racchiudono le loro speranze, le loro migliori volontà. È da questi dieci punti che nasce la “Proposta per un nuovo stile di vita”.


Voglio trovare il senso per la mia VITA,
che è unica ed irripetibile, per viverla senza guerra,
violenza, paura e sperare nel futuro.

Mi impegno perché ogni UOMO e DONNA
possa valorizzare le proprie potenzialità
e perché nessuno sia sfruttato.

Voglio capire cosa è il bene e cosa è il male,
voglio vivere in un mondo dove esiste il perdono
e dove la vendetta sia abolita.

Mi impegno a CAMBIARE vita se ho sbagliato.

Voglio lottare contro le SCHIAVITU'
che ci hanno proposto COME LIBERTA'
e che hanno ucciso troppi ragazzi e ragazze.

Mi impegno perché tutti abbiano accesso
agli strumenti per comunicare e l’informazione
sia al servizio della persona.

Voglio amare e capire, nella libertà, che cosa è la verità.

Mi impegno perché il LAVORO possa essere
un bene per tutta l’umanità.

Voglio avere la libertà di coscienza
e di professare la mia FEDE in ogni parte del mondo.

Mi impegno perché tutte le risorse e le ricchezze
siano usate ed equamente distribuite
per contribuire a costruire un mondo migliore,
e voglio che la terra sia RISPETTATA.

Io ci sto.
Ci metto la faccia per squarciare il buio dell’odio,
della fame, della guerra, dell’ingiustizia, dell’egoismo, dell’ignoranza, della paura, della droga,
dell’indifferenza.