SABATO 23 NOVEMBRE, PRIME CONFESSIONI ORE 15.

IMPORTANTE LA PRESENZA DI TUTTO IL CORO. IL GIORNO PRIMA, VENERDì 22, ALLE ORE 20.45 LE PROVE DEL MESE DI NOVEMBRE IN CUI PROVEREMO I CANTI PER LE CONFESSIONI E PER L'AVVENTO ORMAI INIZIATO

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giovedì 29 luglio 2010

PRIMA CORINZI TREDICI

Autore: Guido Meregalli

SPIEGAZIONE DEL CANTO:
Un canto molto bello e al tempo stesso complesso, si suona spesso ai matrimoni.
Esprime con lucidità un aspetto significativo del nostro essere credenti.
Fede e Carità...come coniugarli?
Quanto la nostra fede si traduce nella carità, nel servizio al prossimo?
E viceversa, il nostro operare è un attivismo fine a sé stesso?
"Quale vantaggio avrà l'uomo se guadagnerà il mondo intero, e poi perderà la propria anima?" (Mt 16, 26).
"Ciascuno viva secondo la grazia ricevuta, mettendola a servizio degli altri, come buoni amministratori di una multiforme grazia di Dio" (1Pt 4,10)...
...i doni che abbiamo appunto, non sono nostri, ma ci sono stati dati e possiamo metterli a servizio degli altri.
Possimo definire Prima Corinzi Tredici un canto molto attuale: quanto parlare, quanti documenti anche soffocano la semplicità delle nostre chiese!
Noi stessi, forse, ci crediamo possessori di verità a noi sconosciute.
Proprio della fede spesso capita di parlare con grande facilità...ma, siamo sicuri di fare bene?
E' di Gesù l'ammonimento: "ma sia il vostro parlare: Sì, si; o no, no: quel che vi è di più proviene dal male." (Matteo 5, 37).
Chiediamoci: quanto ci mettiamo nella condizioni di servi pronti a lavare i piedi degli altri come il Signore ha fatto con i suoi discepoli?
Davvero questo questo canto ci ricorda che nel nostro cammino di fede non possiamo fare a meno della carità, senza la quale saremmo come un timpano che vibra da solo.

Coro SGL
Erano Uomini Senza Paura

Anche se io conoscessi e parlassi
la lingua di ogni creatura di Dio,
anche se un giorno arrivassi a capire
i misteri e le forze che spingono il mondo

Anche se dalla mia bocca venissero
scienza e parole ispirate dal cielo
e possedessi pienezza di fede
da muovere i monti e riempire le valli

Ma non avessi la carità
risuonerei come un bronzo
se non donassi la vita ogni giorno
sarei come un timpano
che vibra da solo
se non avessi la carità
non servirebbero a nulla
gesti d'amore, sorrisi di pace
sarei come un cembalo
che suona per sé


La carità è paziente e benignaconosce il rispetto, non cerca interesse;
la carità non si adira del torto
subito non serba nessuna memoria

La carità non sopporta ingiustizie
dal falso rifugge del vero si nutre
la carità si appassiona di tutto
di tutto ha speranza di tutti ha fiducia

Non avrà fine la carità
scompariranno i profeti
solo tre doni per noi
resteranno
la fede l'amore
e ancora speranza
Ma più importante è la carità
più forte di ogni sapienza
ciò che è perfetto verrà, sarà
un mondo di gioia e di pace
che ci attenderà.

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Può capitare di guardare all’Inno alla carità come ad un affascinante quadro, ad un grazioso cammeo, ad una delicata poesia in grado di sollecitare la nostra emotività, comunicandoci per un breve istante una qualche fascinazione destinata a svanire con il richiamo alla razionalità e alla realtà…
E invece no.

Guardiamolo bene e sul serio, questo stupendo testo: non è certo innocuo, non è un siparietto emotivo, non si attarda in sapienti dosaggi musicali, ma vuole giungere al cuore del messaggio cristiano.
Il suo contenuto indica una direzione di vita profondamente incarnata, esprime un salto di qualità non semplicemente stilistico, riporta luce nell’essere dell’uomo di fede, reclamando serietà e proponendo una strada di perfezione che è strada per tutti, non solo per i migliori o gli eletti.

S. Paolo ci apre gli occhi: esiste un centro unificante delle “azioni” del credente, ed è l’amore.

Solo la sperimentazione, cercata e voluta, di questa agàpe sconfigge il protagonismo egoista, sollecita continui sbilanciamenti per l’altro, educa atteggiamenti maturi, diviene clamoroso annuncio di una pienezza già nell’oggi possibile, perché già aperta al dono della comunione.

Ma di quale amore parla S. Paolo?

Ancora una volta pochi equivoci: “S. Paolo intende essenzialmente l’amore per il prossimo, dando una formulazione altissima e autentica al mandato nuovo di Cristo” (P. Rossano).

È l’amore gratuito, intriso di una tenerezza che ha le sue radici nella serietà della comunicazione, un amore capace di sottrarsi alle logiche contabili, disposto a rischiare nel tempo perché segno del dono più grande, quello del Figlio consegnato per tutti.
Autore: GUIDO MEREGALLI
Album: MI HAI TENUTO PER MANO

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